Scopriamo insieme oggi la differenza tra il temuto prezzo variabile, in relazione a quello fisso.
Mentre il tradizionale prezzo fisso consiste nella definizione di un determinato prezzo della materia prima energia/gas, senza modifiche durante un determinato arco temporale (di solito uno o due anni), il prezzo variabile indica che il costo della materia prima è legata a un indice (PUN per l’energia; PSV o TTF per il gas) che muta in base all’oscillazione del mercato.
Ma quali sono i vantaggi del prezzo fisso e quali quelli del prezzo variabile?
In un contratto a prezzo fisso, il vantaggio sta nell’aver predeterminato il prezzo della componente energia in bolletta, il cui importo totale varia quindi solo sulla base del consumo. Il rischio è di continuare a pagare un prezzo unitario elevato anche se sul mercato i costi diminuiscono, il vantaggio è che vale ovviamente anche il viceversa, continuare a pagare un prezzo unitario più basso del mercato, se il prezzo all’ingrosso dovesse aumentare (così come è avvenuto per tutti quelli che avevano sottoscritto un contratto a prezzo fisso nel 2021).
In un contratto a prezzo indicizzato/variabile, il cliente decide di scegliere un prezzo variabile della materia prima energia che potrà avvantaggiarlo nel momento in cui la tariffa di energia e gas dovesse diminuire (come potrebbe accadere se la situazione geopolitica internazionale tornasse ad essere più tranquilla).
Come scegliere allora tra i due? Ti proponiamo un’altra domanda:
In questo momento storico è meglio puntare su un contratto con un prezzo fisso più alto, ma ‘’garantito’’ o pagare a prezzo variabile aspettando di abbattere le spese quando i costi sul mercato scenderanno?
Il consiglio è di affidarsi sempre a un Consulente energetico nella scelta del fornitore più adatto alle tue esigenze ed al tuo profilo di consumi.